Il bagno padronale finalmente finito: è ispirato allo stile minimal, elegante e caldo dei nostri viaggi esotici

Leonardo e io abbiamo la fortuna di possedere un bagno padronale molto grande, ma il modo in cui era arredato – seppur originale e colorato (pavimenti gialli, piastrelle bianche e viola e fatine dipinte a mano) – non rispecchiava affatto il mio modo di essere. Abbiamo deciso di rinnovarlo ispirandoci ai bagni minimal, eleganti e caldi dei nostri viaggi esotici. La ristrutturazione, essendo praticata (quasi) senza fornitori esterni e mentre noi abitavamo la casa, è stata lunga e impegnativa, tant’è vero che il saluto di colleghi e amici in quei mesi era diventato “allora l’avete finito ‘sto bagno?”. Una stanza per me è finita quando anche l’ultimo dettaglio ha preso posto e ora posso dire che ne è valsa veramente la pena!

La doccia idromassaggio

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Entrando, si ha di fronte la grande e sinuosa doccia idromassaggio. L’abbiamo acquistata anni fa al Bricoman di Caronno Pertusella. La ristrutturazione era nei nostri progetti ma non ancora iniziata; per fortuna avevamo già le idee chiare su come rinnovare, per cui l’abbiamo scelta con angolo a sinistra  perché c’era in programma di tirar su una parete che separasse, assieme alla porta scorrevole in legno, il bagno dalla cabina armadio. Non essendo ancora pronti ad accoglierla, la doccia è rimasta parcheggiata per un po’: abbiamo voluto portarla a casa comunque perché c’erano pochi pezzi in offerta per un breve periodo e ci aveva colpito particolarmente la forma, tondeggiante e “walk in”, ovvero accessibile senza ante. A differenza di quanto sostenuto da un nostro conoscente costruttore, secondo cui questo tipo di docce è bello ma poco pratico “perché un po’ di acqua esce sempre”, devo dire che a noi non è mai successo. L’unico inconveniente, caso mai, è il fatto che non è molto veloce da pulire, ma la fatica è ricompensata dall’eleganza e dalla funzionalità del prodotto. Non sfruttiamo, a dire il vero, i getti orizzontali dell’idromassaggio e anzi abbiamo scelto di sostituire il soffione con quello della doccia precedente perché garantiva un getto più forte; ma nel complesso siamo molto soddisfatti di questo pezzo che contribuisce enormemente alla bellezza del bagno.

Come rivestimento, abbiamo scelto di mantenere la base bianca del vecchio bagno, sostituendo il viola e le fatine colorate con i toni delicati, caldi e neutri del legno: dal beige al marrone. Quando abbiamo trovato queste piastrelle effetto mosaico, abbiamo subito concordato che fossero quelle giuste per noi e le abbiamo utilizzate per rivestire la doccia e la parte bassa delle pareti così da contornare il bianco replicato anche sul pavimento.

La posatura delle piastrelle, la costruzione della parete e il montaggio della cabina sono opera di Leonardo; per il pavimento, invece, ci siamo rivolti a una ditta esterna perché io ho fortemente voluto la resina. Grazie a questa scelta, abbiamo potuto coprire il giallo sottostante senza tirar su le vecchie mattonelle; abbiamo eliminato le fughe, odiosissime da pulire; abbiamo dato un senso di continuità anche con la cucina adiacente. Ottenere l’effetto desiderato non è stato facile: sono servite più mani del previsto e ancora adesso si vedono pelucchi rimasti attaccati sotto lo strato superficiale; inoltre, a differenza di quanto pensassimo, la resina è piuttosto delicata e rischia di essere rigata o scheggiata, senza contare il fatto che sul bianco lo sporco è subito evidente. Ma, oltre ai vantaggi elencati prima, bisogna aggiungere che la resina dà quella sensazione di caldo e morbido sotto ai piedi paragonabile al parquet (presente in tutte le altre stanze), piacevole quando si cammina a piedi scalzi e adatta ai primi passi (e cadute) di un bambino piccolo.

I lavabi

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Invertendo il posizionamento precedente, a destra della doccia ci sono i lavabi. Sognavo di averne due e che fossero da appoggio. Li abbiamo trovati come li volevamo da Idrocentro: sono talmente semplici nella forma che pulirli è facilissimo. Anche per i rubinetti abbiamo scelto qualcosa di moderno ed elegante che non fosse però troppo squadrato: abbiamo acquistato un modello Teorema da Bricoman. Il piano d’appoggio è stato costruito da Leonardo. Grazie al fatto di avere un bagno in camera dove pettinarci, truccarmi, lavare i denti, riusciamo a mantenere questo piano in ordine con pochissimi oggetti. Leonardo ne avrebbe fatto a meno, ma io gli ho fatto mettere un secondo piano, sottostante, utile per appoggiare ulteriori accessori a vista. Un’altra scelta su cui ho insistito nonostante i dubbi di Leonardo è stata quella di inserire il grande specchio direttamente a muro al posto delle piastrelle, anziché incorniciarlo e appenderlo, facendo in modo che riempisse tutta l’area a partire dal livello del piano. Anche la struttura con i faretti, come quasi tutto ciò che è in legno, è opera di Leonardo. Per gli interruttori e le mascherine, sostituire col bianco il nero precedente è stato un must. La pianta sulla sinistra è un dono del nostro amico Carlo che nel piccolo spazio tra la doccia e il piano in legno ha trovato la posizione ideale: per anni è stata in sala rischiando continuamente di cadere dato il suo sviluppo verticale; qui è protetta, valorizzata e perfetta nell’accostamento di colori. Abbiamo rinunciato ad altri porta-asciugamani dal momento che era già presente un termoarredo scaldasalviette, ai piedi del quale ha preso posto la bilancia impedenziometrica che ho regalato a Leonardo per i suoi 47 anni.

La vasca idromassaggio

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Nella parte bassa della mansarda trova posto la Jacuzzi, romanticamente posizionata sotto la finestra (anche se di recente abbiamo dovuto provvedere all’acquisto di tende per Velux che lasciassero passare la luce ma garantissero un po’ di privacy, dal momento che sono state montate delle impalcature per la ristrutturazione del palazzo adiacente). Se non fosse che la vasca era già presente, ne avrei scelta una con doppia testiera, anche se non usiamo spesso l’idromassaggio. In questo caso, per coprire il viola delle piastrelle precedenti, Leonardo ha incollato un piano in legno che fa da base al nostro ammirato angolo verde, composto da orchidee (da lui coltivate) e altre piante giunte in regalo. Come nel resto della stanza, siamo stati attenti ai colori: i vasi e i detergenti hanno i toni naturali del bianco, del beige e del verde. Il cuore è diventato un leitmotiv della nostra casa; quello pendente sulla sinistra, in particolare, l’abbiamo acquistato in un viaggio in Svizzera nel 2012. Siamo riusciti a sfruttare lo spazio dietro alla vasca montando, sotto il piano in legno, due scarpiere scorrevoli Ikea (per le scarpe di Leonardo).

I sanitari

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Un altro mio desiderio era quello di avere i sanitari sospesi. Questo ha richiesto a Leonardo un po’ di lavoro aggiuntivo ma siamo molto soddisfatti. Grazie anche al modello minimale che abbiamo scelto da Idrocentro, la pulizia è molto agevolata. L’unica pecca è che non sono alti abbastanza da far passar sotto l’iRobot e che il copri-water bombato non permette di sedervici (rischia di spaccarsi). Tutti gli accessori (porta-sapone, porta-asciugamani, porta-rotolo, bidoncino) arrivano da Bricoman. Leonardo ha rifinito la caldaia con una mensola su cui poggiano il termometro e altri oggetti in legno. La tendina bianca cucita da Leonardo (eh sì , fa anche quello!) copre una piccola zona che abbiamo riservato ai materiali per la pulizia.

Armadietto, ripiani e ganci

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Accanto ai sanitari, dove prima c’era una panca porta-asciugamani, avevo in mente di inserire un mobile che permettesse di non vedere il WC appena entrati in bagno, che avesse una parte chiusa dato che non ci sono armadietti vicino ai lavabi e una parte invece aperta che garantisse movimento e una buona estetica. Cerca cerca, ho scoperto che Ikea, con la serie LILLÅNGEN, aveva realizzato l’oggetto che io avevo in testa. Il mobile alto con anta a specchio, riflettendosi nella grande specchiera di fronte e grazie anche allo specchio laterale della porta scorrevole, crea un bel gioco di luci, rende lo spazio ancora più ampio e permette di vedersi perfettamente dietro; contiene detersivi e stracci, medicinali e carta igienica. L’elemento terminale l’avevo immaginato color legno, per evitare l’effetto “paradiso” ma, tra i colori disponibili, il bianco si è adattato benissimo. Le mensole fanno d’appoggio a prodotti di bellezza e altri oggetti come un cuore con incisa una frase molto rappresentativa per noi: “Quel che abbiamo alle spalle e quel che abbiamo davanti sono piccole cose rispetto a quello che abbiamo dentro”. Anche qui – tra bianchi, beige e marroni – Leonardo non ha voluto far mancare il suo tocco di verde. Siamo riusciti a sfruttare il piccolo spazio tra la porta d’ingresso e la porta scorrevole con due ganci per gli accappatoi presi da Bricoman. I faretti, sia quelli posizionati sulla parete dei sanitari sia quelli che attraversano la stanza, sono Ikea.

Questo bagno per me è una meraviglia, frutto delle nostre idee, della nostra operosità e di piccoli dettagli realizzati con amore e che col tempo hanno trovato la perfetta collocazione.

Edit 2020: Questa stanza è stata il luogo della nascita di Carola, venuta alla luce con un parto bellissimo in vasca!

Galleria di foto dei lavori in corso:


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