La nostra storia

È una cosa che fa sorridere molti: Leonardo e io ci siamo conosciuti su Facebook. Lessi il suo nome per la prima volta il 29 gennaio 2010, quando trovai le notifiche relative a un paio di commenti alle foto, una richiesta d’amicizia e un messaggio privato. Incredibilmente, Leonardo è riuscito a trovarmi senza avere in comune alcun amico, solo la frequentazione del Politecnico di Milano. Il mio essere giovane e libera e la compostezza delle sue frasi fecero sì che accettassi l’amicizia di un uomo sconosciuto nonostante fosse 19 anni più grande. Iniziammo a chattare costantemente, soprattutto alla sera, sul vecchio MSN. A un certo punto Leonardo iniziò a manifestare la volontà di conoscermi di persona sottoponendomi degli indovinelli a punti: una volta raggiunto il target di 1500, avrei vinto un pranzo.

Il primo appuntamento

Rho (MI), Bar San Vittore

Ancora lontani dalla soglia prefissata e nonostante quella sera avessi un altro appuntamento, sabato 13 febbraio decidemmo all’ultimo di incontrarci. Doveva essere un saluto veloce prima di raggiungere i miei amici, ma Leonardo si perse nelle rotatorie di Rho Fiera e io ho continuai a parlare tutta sera, così dopo i nostri tè (per lui) e birra (per me) al bar San Vittore di Rho, si fece mezzanotte. C’è stata subito chimica tra di noi: all’uscita dal locale camminavamo già più vicini.

Il secondo appuntamento

Siccome una promessa è pur sempre una promessa, alla fine il pranzo arrivò lo stesso. Lui dal lavoro, io dall’università, mercoledì 17 febbraio andammo a mangiare sushi: era la prima volta per me, è stato Leonardo a insegnarmi a usare le bacchette. Da lì ebbe inizio la nostra passione condivisa per la cucina giapponese.

Il terzo appuntamento

Era un periodo molto impegnativo per me: solo una volta terminato l’ultimo esame del semestre avrei potuto dedicare del tempo a Leonardo. Avevo deciso di trascorrere con lui il mio primo pomeriggio libero e così venerdì 26 febbraio, dopo qualche commissione per Milano, accettai di prendere il treno per Novara insieme a lui. Mi aveva a lungo parlato della sua casa come di un castello: di torri non ne vidi, ma colsi subito la manualità e la genialità che rendeva quella dimora degna di un principe. Talmente accogliente che, sdraiati sul divano, ci raccontammo per ore. Fino a che le parole divennero baci, e i baci parole importanti.

…e il lieto fine

Da quel giorno, Leonardo e io siamo una coppia inseparabile. La nostra relazione è stata subito estremamente intensa, caratterizzata dalla voglia di vivere e condividere a pieno esperienze ed emozioni. Già dopo una settimana, dopo averlo accompagnato in stazione, mentre le porte del treno per Novara si chiudevano, a Leonardo scappò un “ti amo”; e due mesi dopo, nel romantico “Parco Capello” (così denominato da noi dalla canzone di Elio e le Storie Tese), uno “sposami”. Non dovrebbe dunque stupire il fatto che il 26 maggio Leonardo mi consegnasse, unitamente a un gioiello e un bigliettino, una copia delle chiavi di casa. La convivenza è diventata matrimonio nell’agosto 2014; frutto di quella improbabile e azzeccatissima sequenza di eventi che ha fatto intersecare le nostre vie, sono arrivati ad amplificare il nostro amore i cuccioli Edoardo (nel 2017) e Carola (nel 2020).


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