Londra, gennaio 2014

Il nostro weekend a Londra è stato il mio regalo di Natale a Leonardo. Siccome in diverse città in cui siamo stati (New York, Madrid, Tokyo) è rimasto incuriosito dal musical “Il Re Leone”, costantemente sold out, ho deciso di prenotare i biglietti per tempo in una capitale europea che ci permettesse di godercelo anche nel testo (a Milano non è mai arrivato perché a quanto pare non abbiamo un teatro abbastanza spazioso per ospitare una scenografia così imponente!). E così ho scelto Londra, città che entrambi abbiamo visitato ai tempi del liceo in vacanza-studio (io ci ero tornata anche nel 2007 grazie a un volo vinto con Alitalia) e che è stato bello vivere insieme.

Giorno 1: sabato 11 gennaio 2014

La prima tappa è stata il mercato di Portobello, che si estende per circa 2 km lungo Portobello Road, nel quartiere di Notting Hill. Il mercato si tiene quotidianamente, ma il sabato funziona a pieno ritmo perché vi prendono parte molti espositori di antiquariato.

Prima del 1740, Portobello Road era conosciuta con i nomi di Green’s Lane o Turnpike Lane ed era un serpeggiante percorso di paese.

Nel 1740 fu costruita, nell’area vicino a quella che è ora chiamata Gelborne Road, la fattoria di Portobello (Portobello Farm). La fattoria doveva il suo nome a una famosa vittoria ottenuta nella guerra di Jenkin’s Ear, quando l’ammiraglio Edward Vernon catturò la città di Puerto Bello (ora Portobelo), nell’attuale Panamá.

Dopo aver girovagato alla ricerca di graffiti di Banksy e non, tanto amati da Leonardo, abbiamo visitato Trafalgar Square.

Trafalgar Square è una piazza dedicata alla Battaglia di Trafalgar (1805), in cui la Royal Navy di Horatio Nelson sconfisse le flotte combinate di Francia e Spagna, durante le guerre napoleoniche.

Nella piazza, che è spesso sede di manifestazioni politiche, si trova la famosa Colonna di Nelson.

Essa ospita, dal 1824, la sede della celeberrima National Gallery.

A sud della piazza, trova luogo l’Admiralty Arch, dotato di un monumentale cancello che dà accesso a The Mall, il viale delle parate ufficiali della famiglia reale, che conduce direttamente a Buckingham Palace.

Dalla parte opposta invece parte un’altra importante arteria di Londra: lo Strand.

La piazza una volta era molto nota per i suoi piccioni. La presenza dei volatili nell’area causò però molte polemiche, per questo, a partire dagli anni 2000, vennero attuati provvedimenti per allontanarli.

Nel nostro percorso non poteva ovviamente mancare il Palazzo di Westminster.

Conosciuto anche come Houses of Parliamentè l’edificio di Londra in cui hanno sede le due camere del Parlamento del Regno Unito: la Camera dei Lord e la Camera dei Comuni.

Si trova sulla riva settentrionale del Tamigi, nella City of Westminster, vicino agli altri edifici governativi di Whitehall.

La parte più antica del palazzo ancora esistente, Westminster Hall, risale al 1097.

La finalità originaria del palazzo era quella di residenza reale, ma nessun monarca vi ha più vissuto dal XVI secolo.

Il tanto famoso Big Ben non è altro che la Torre dell’Orologio all’angolo nord-est del palazzo di Westminster, o meglio il nomignolo della campana più grande dell’orologio.

Per tradizione, l’uso del nome si è esteso anche all’orologio e all’intera torre in stile neo-gotico, alta 96 m, iniziata nel 1834 e terminata nel 1858.

Conosciuta come Clock Tower, in occasione del Giubileo di diamante di Elisabetta II del Regno Unito, nel giugno 2012, è diventata ufficialmente la Elizabeth Tower.

Questa torre suona ogni ora, ogni mezz’ora e ogni quarto d’ora.

Ufficialmente, il nome della campana (una delle cinque dell’orologio) è Great Bell.

Non si hanno notizie certe riguardo all’origine del nome Big Ben, ma esistono due teorie in merito.

La prima sostiene che il nome derivi da Sir Benjamin Hall, membro della Camera dei Comuni e, in qualità di ingegnere, supervisore dei lavori per la ricostruzione del palazzo di Westminster.

La seconda sostiene invece che il nome derivi dal nome del campione dei pesi massimi di pugilato Benjamin Caunt, che combatté il suo ultimo incontro nel 1857.

Si pensa che la campana dovesse originariamente esser chiamata “Royal Victoria” in onore della regina Vittoria.

A ovest del Palazzo di Westminster, abbiamo visitato Westminster Abbey.

Si tratta del più importante luogo di culto anglicano di Londra dopo la cattedrale di Saint Paul, sede delle incoronazioni dei sovrani d’Inghilterra e di sepoltura di personaggi importanti.

Essa, a causa della sua funzione, non è soggetta all’autorità diocesana ed è una chiesa proprietaria della monarchia britannica.

Fu chiamata così per distinguerla dalla St. Mary of the Graces situata a est (Eastminster), sede di un monastero cistercense. 

Westminster Abbey è un sito patrimonio dell’umanità UNESCO. 

A poca distanza sorge la cattedrale cattolica di Westminster, assai più recente, con la quale l’abbazia non va confusa.

Fu costruita tra il 1045 e il 1050 da Edoardo il Confessore, che ne intraprese la costruzione per mantenere fede a un voto che aveva fatto mentre si trovava ancora in esilio in Normandia: se Dio avesse aiutato la sua famiglia a riavere il trono d’Inghilterra, egli avrebbe compiuto un pellegrinaggio a Roma. Quando diventò re, gli fu impossibile lasciare il paese; mandò allora un messaggero al pontefice chiedendo di essere dispensato dal voto e il Papa sostituì il voto con l’impegno a costruire un monastero dedicato a san Pietro. Edoardo individuò allora un sito dove prima esisteva il culto a san Pietro, a Thorney Island sul Tamigi.

Tra il Ponte di Westminster e l’Hungerford Bridge, è situato il London Eye, ruota panoramica sulla quale durante la mia prima volta a Londra ero salita, ma che questa volta ci siamo dovuti limitare ad ammirare e fotografare. 

Il suo nome ufficiale era originariamente British Airways London Eye, poi Merlin Entertainments London Eye, EDF Energy London Eye e attualmente solo London Eye o Millennium Wheel.

La sua costruzione è iniziata nel 1998 e terminata nel 2000.

Con i suoi 135 m, era la ruota panoramica più alta del mondo. Attualmente è la più alta d’Europa e ha offerto il punto più alto di osservazione della città di Londra fino al sorpasso da parte della postazione di osservazione situata al 72° piano dello Shard (245 m).

Nel nostro passeggiare per la città senza un itinerario troppo rigido, l’ultima “tappa importante” del primo giorno a Londra, durante il quale abbiamo percorso qualcosa come 35 km a piedi (Leonardo mi aveva appena regalato, per Natale, il braccialetto conta-chilometri) è stata Buckingham Palace

Situato nel centro di Londra, oltre a essere la residenza ufficiale della Regina, Buckingham Palace è il luogo in cui si svolgono numerose cerimonie pubbliche (dai ricevimenti dei reali alle visite dei vari capi di Stato) ed è anche una notevole attrazione turistica (famoso in tutto il mondo è il cambio della Guardia).

Ha sempre rappresentato un punto di riferimento per i sudditi, nei momenti gioiosi e tristi della storia del Regno.

Dopo aver eseguito il check-in all’Hotel Meridiana (un semplicissimo 2 stelle gestito da italiani… soggiornare a Londra è spaventosamente caro) e aver cenato con un panino da Burger King, alle 7 ci siamo presentati al Lyceum Theatre.

Già il teatro di per sé è uno spettacolo, ma il musical The Lion King penso sia la cosa più sensazionale che abbia mai visto mettere in scena.

Più di tre ore di scenografie, costumi e voci fantastiche ci hanno tenuti con il fiato sospeso fino alla fine… saremmo stati lì a guardare ancora a lungo senza stancarci! Il musical ci ha lasciati talmente impressionati ed emozionati che di recente abbiamo regalato i biglietti a mamma e sorella. E continuiamo a consigliarlo come una delle più belle attrazioni (di Londra o delle città che hanno la fortuna di ospitarlo), perché raramente i tour consigliati ai turisti includono pause teatrali che invece da sole bastano a giustificare l’intero viaggio… 

Giorno 2: domenica 12 gennaio 2014

Dopo la levataccia di sabato e la stanchezza proporzionale ai chilometri macinati, domenica mattina ci siamo svegliati con calma, a un orario che ha consentito a Leonardo di usufruire degli ultimi 10 minuti a disposizione per la colazione e a me, che per uscire devo essere lavata truccata e pettinata (e non mi piace fare queste cose di fretta), a rinunciarvi.

Ce la siamo presa comoda anche con i giri.

Io ci tenevo a rivedere la Cattedrale di Saint Paul, il cui ricordo durante il soggiorno a Londra di 10 anni prima mi era particolarmente vivido.

La Cattedrale di Saint Paul è una delle due cattedrali anglicane di Londra (l’altra è quella di Southwark) ed è stata la prima cattedrale protestante del mondo. Qui si sono celebrati molti riti della Casa Reale, tra cui il fastoso matrimonio di Carlo e Diana. 

Un’altra esperienza che ho voluto ripetere è stata quella della crociera sul Tamigi, partendo e rientrando alla Torre di Londra. Abbiamo preso tanto di quel freddo che ricordo di essermi appisolata, all’interno del battello, imbacuccata e attaccata a Leonardo come un koala, e al termine del giro abbiamo dovuto fermarci in un coffee shop a mangiare e bere qualcosa di caldo. E’ incredibile come in ogni esercizio commerciale di Londra, quando ti sforzi di mettere in pratica un inglese il più possibile fluente, ti trovi dall’altra parte un commesso/cassiere che “ah ma siete italiani!”; e parte il “tu di dove sei?…”

Il Tower Bridge collega il distretto di Southwark alla Torre di Londra, dove venivano rinchiusi e giustiziati i prigionieri. Fu costruito tra il 1886 e il 1894 e grazie a moderne tecnologie riesce ad aprirsi in soli 90 secondi per lasciar passare le navi fino all’adiacente London Bridge. 

Il resto del tempo l’abbiamo trascorso a passeggiare, secondo un percorso non prestabilito e dunque non facilmente ricostruibile, ma lungo il quale Leonardo ha potuto immortalare decine dei graffiti che gli piacciono tanto… Fino al punto di doverlo richiamare perché rischiavamo di fare tardi in aeroporto, rischio che è diventato concreto quando ci siamo trovati davanti alla metropolitana bloccata e abbiamo dovuto cambiare percorso. E, come se non bastasse, la navetta che doveva portarci dal capolinea all’aeroporto stesso (e che per non perdere ulteriore tempo abbiamo preso senza fare il biglietto) ha avuto un guasto; abbiamo fatto un bel pezzo a piedi, correndo, per essere recuperati nell’ultimo tratto dall’autobus successivo. Un’ansia simile a quella provata a Tokyo, ma anche sta volta ce l’abbiamo fatta…  Un bellissimo weekend di coppia ma soprattutto un regalo ben riuscito.


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