Da quando sono diventata mamma, ho scoperto una parte di Novara che non conoscevo: quella dei servizi alla famiglia, delle attività per bambini e del supporto ai genitori.
Non esiste, che io sappia, un unico punto in cui una neo-mamma possa prendere visione delle opportunità che la città le offre, ma col passaparola sono venuta a conoscenza di molte strutture che forniscono occasioni d’incontro.
Non che serva seguire corsi per diventare buoni genitori; è utile, però, approfondire aspetti su cui spesso si hanno idee vaghe, influenzate dai luoghi comuni o dalla pubblicità e per cui l’istinto non sempre è sufficiente.
Farlo in questi contesti, oltre che attraverso la lettura di libri e articoli scritti da fonti attendibili, favorisce il confronto su problematiche condivise, lo scambio di idee, l’apertura a nuove soluzioni e l’innescarsi di circoli virtuosi di buona informazione.
La comunità reale, basata su scambi concreti, incontri, condivisione di piccole fatiche, ci può aiutare a ripensare le nostre esperienze, a sviluppare “stili educativi” maturati consapevolmente, a ragionare su consigli che, pur se validi in generale, vanno trasferiti e adattati alla condizione che si vive. Stare insieme ad altri genitori e creare spazi di gioco e conoscenza reciproca per i figli offre l’occasione di imparare a riflettere, evitando ricette laddove non ce ne possono essere.
A. Brigandì (pedagogista), Genitori in rete: dalla community alla comunità, UPPA 2/2018
Il Centro per le Famiglie di Novara
Durante i primi quattro mesi di Edoardo, ossia prima delle vacanze estive e dell’inserimento all’asilo, i nostri momenti di incontro con le altre mamme e gli altri neonati della città hanno avuto luogo al Centro per le Famiglie.
Mi sono messa in contatto con il centro su indicazione di una mamma del corso di accompagnamento alla nascita, perché ero interessata agli incontri sul massaggio infantile (che poi invece ho seguito altrove). Il personale mi ha fornito il modulo d’iscrizione alle iniziative per genitori con bimbi fino all’anno di vita e da lì è iniziata la nostra frequentazione.
Dall’attesa… ai primi passi
La prima iniziativa che viene proposta, perché disponibile sempre, con cadenza bisettimanale, è quella che le mamme chiamano “salotto”. Viene descritta così: “Spazio morbido e accogliente adatto al tuo bimbo per condividere con altri genitori, educatori ed esperti: giochi, musica, attività, conversazioni… I neo genitori possono osservare i propri bambini mentre esplorano materiale e giochi e dare voce a pensieri, riflessioni e piccoli dubbi sugli argomenti di volta in volta proposti.” La cosa che mi ha subito positivamente colpita è stata la gentilezza con cui siamo stati accolti dalle educatrici: nonostante si tratti di un servizio gratuito, le ho sentite quasi riconoscenti per la nostra presenza. Il loro ruolo è quello di moderare gli incontri, che sono del tutto liberi, mettendoci addirittura a disposizione tè e biscotti, alle volte. Nel “salotto”, ho cominciato a prendere confidenza con gli spazi dei bambini, sviluppando idee per l’organizzazione in casa: i tappetoni, i cuscini, il cestino dei tesori. Ho fatto la conoscenza di molte mamme che ho poi ritrovato in altri contesti come la piscina, l’asilo, il babywearing. Periodicamente vengono invitati al “salotto” degli esperti per discutere di particolari argomenti; io ho partecipato agli incontri sulla nanna e sulla pappa organizzati con una psicologa, anche se non ne ho tratto un grande valore aggiunto, forse perché mi aspettavo un taglio scientifico ed ero desiderosa di essere aggiornata sulla letteratura più recente. Il “salotto” è stato un modo per uscire e contemporaneamente dedicare del tempo di qualità a Edoardo.
Filastrocche e ninne nanne
Si tratta di un laboratorio sonoro e musicale che di solito si svolge in quattro incontri, ma che nel nostro caso ne ha previsti tre (siamo arrivati a ridosso delle chiusure estive). Durante questi incontri, Francesca, insegnante della scuola di musica Dedalo, ci ha proposto “filastrocche da imparare, condividere e inventare per accogliere i neonati, quando il mondo dei suoni e il calore della voce materna sono un canale privilegiato di comunicazione non verbale e di intima relazione tra la mamma e il suo bambino.” Accompagnandoci con la sua tastiera, abbastanza “da battaglia” da poter essere pestata anche dai bambini più grandi che erano in grado di raggiungerla, Francesca ci ha fatto cantare e ballare in maniera semplice, anche con l’ausilio di tessuti colorati da associare ai diversi ritmi, ci ha insegnato filastrocche che ancora oggi fanno parte del nostro repertorio e ci ha consigliato libri e musiche. Il messaggio di questo laboratorio è riassumibile nelle parole del programma nazionale Nati per la musica: “le buone pratiche musicali aiutano i bambini a crescere“. È davvero incredibile come Edoardo si calmi quando sente il suono della mia voce: è uno strumento prezioso quando non può vedermi o essere a contatto con me, ad esempio quando è sul seggiolino della macchina. Soprattutto quando era molto piccolo, è capitato spesso che smettesse di piangere, sgranando gli occhi mettendo tutta la sua attenzione su quel suono, anche solo nel sentirmi parlare al telefono; ma è col canto, e con la fantasia che un bambino inevitabilmente stimola, che ci siamo fatti il nostro piccolo repertorio di canzoni per entrare in sintonia.
“Durante una ricerca è stato chiesto a un gruppo di genitori di cantare una canzone a loro scelta in due modi diversi. Prima avrebbero dovuto cantarla nel modo in cui l’avrebbero cantata ai loro figli, nonostante che i bambini non fossero presenti. Poi è stato chiesto loro di cantarla direttamente ai bambini. Quando a un altro gruppo di genitori venne fatta ascoltare la registrazione delle canzoni, quasi tutti riconobbero quella cantata direttamente poiché il tono di voce usato tendeva a essere più acuto, più coinvolgente dal punto di vista emotivo, più allungato sulle vocali e più lento.”
V. McClure, Massaggio al bambino messaggio d’amore
Laboratorio psicomotorio e altri laboratori
Il laboratorio psicomotorio, più che un laboratorio, è un momento di incontro, articolato in due appuntamenti, in cui Giuliana, educatrice e psicomotricista, fornisce ai neo-genitori informazioni sulle possibilità legate alle naturali fasi di sviluppo evolutivo. Lo stesso percorso, oltre che al Centro per le Famiglie, è stato proposto successivamente all’asilo nido, dove anche Leonardo ha avuto modo di partecipare. Abbiamo appreso come il bambino, attraverso l’arte del gioco e del movimento, possa esplorare il mondo che lo circonda e le sue capacità motorie e di relazione. Non si è trattato di lezioni rigorose e strutturate, ma abbiamo colto alcuni suggerimenti interessanti: far stare il più possibile il bambino scalzo, su tappetoni ampi e sicuri ma rigidi, non fargli usare il girello e non tenerlo per mano quando inizia a muovere i primi passi, essere presenti nel gioco senza guidarlo…
“I primi passi sono più sicuri se si è avuta la possibilità di stare il più possibile a piedi nudi. Diamo ai nostri bambini il tempo di fare le loro esperienze motorie, impareranno meglio a camminare se non li aiutiamo.”
S. Conti Nibali (pediatra e direttore di UPPA), Le scarpe? Solo sulla strada, UPPA 1/2017
Tra gli altri laboratori organizzati dal Centro per le Famiglie, Edoardo e io abbiamo partecipato a quello estivo dal titolo “Amica acqua…al Melograno”: un incontro “Sotto l’ombrellone” (il cestino dei tesori e il gioco euristico si arricchiscono di elementi marini…) e un incontro “Il mare sul terrazzo” (dove i piccoli si divertono con bagnetti, bolle e giochi d’acqua). È stato un bel momento per salutarsi prima delle vacanze, sul terrazzo del Centro con delle piccole piscine per i bambini e dei teli dove noi mamme abbiamo chiacchierato e fatto merenda.
Tra i tanti problemi della città e le critiche all’amministrazione, devo dire che il servizio offerto dal Centro per le Famiglie e in generale dagli asili nido comunali è un piccolo fiore all’occhiello di Novara.
Bellissimo articolo anche io qui a Roma sto in contatto e devo dire mi trovo benissimo sono strutturati molto bene
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