Quando ci chiederanno quanto tempo ha la nostra cucina, sarà molto facile ricordarselo: è arrivata esattamente con Edoardo. Speravamo di essere pronti prima, ma una serie di ritardi sui lavori ha fatto sì che l’ingresso del piccolo coincidesse con un momento di caos in casa.
Avevamo le idee molto chiare sulla disposizione, i colori e le funzionalità, ma cercavamo un prodotto che ci colpisse nel design e si adattasse alla nostra mansarda senza i prezzi esorbitanti del “su misura” e di alcune marche.
Tra novembre e dicembre 2016 abbiamo girato i negozi della zona alla ricerca di ispirazione, ma alla fine ci siamo innamorati vedendo l’immensa esposizione Mi.Ta di Seregno e ci siamo affidati a Carmine e Silvana.
Con loro abbiamo ottenuto una cucina made in Italy di qualità, con i prezzi contenuti dei moduli standard ma con un’amplissima possibilità di personalizzazione; sfruttata a pieno, del resto, visto che sono serviti molti incontri prima di arrivare al progetto finale.
A cucina ordinata, ho iniziato a svuotare quella preesistente e, nell’inscatolare il contenuto, ho cercato di riporlo per categorie, così che al riempimento a nuovo corrispondesse una riorganizzazione funzionale.
Da qui al montaggio sono passati circa tre mesi, dal momento che in mezzo c’è stato il lavoro di rimozione piastrelle, raddrizzamento muri, stuccatura e tinteggiatura fatto da Leonardo e la posa della resina fatta dagli operai.
Frigo e forni
I grandi elettrodomestici li abbiamo acquistati su internet: si è occupato Leonardo della ricerca.
Io ho fortemente voluto il frigo all’americana: abbiamo selezionato il modello LG GSB760PZXZ, che ci garantisce temperature di -24ºC e 1ºC per la zona freezer e la zona frigo rispettivamente, e molto spazio.
Per quanto riguarda il forno, abbiamo optato per il modello Bosch HBG633BB1J, nero e con display touch.
Nel disegnare la cucina, abbiamo dovuto tener conto di un altro elemento dall’ingombro non banale: il forno per le pizze, acquistato da Leonardo da un bar in chiusura. Per riuscire a posizionarlo, abbiamo dovuto sistemare in basso l’altro forno, ma il risultato sulle pizze – per la temperatura e la velocità che garantisce – ripaga di questa piccola scomodità. Applicando delle calamite e un bastone sul fianco, Leonardo è riuscito anche a realizzare un porta-strofinacci alla giusta altezza e non visibile da chi entra.
Piccoli elettrodomestici e accessori: colori neutri con un tocco di rosso
Amando stare ai fornelli, Leonardo e io abbiamo tantissimi attrezzi da cucina; Carmine, mentre cercavamo soluzioni per ottimizzare lo spazio, aveva infatti commentato che sembrava di progettare la cucina di un ristorante! Abbiamo dovuto fare una prioritizzazione e selezionarne alcuni da tenere pronti all’uso sul piano di lavoro, altri da riporre nei mobili della cucina stessa e altri da ritirare in altre stanze (sala o ripostiglio) e tirare fuori all’occorrenza.
Tra i nuovi ingressi, c’è la macina per cereali KoMo Fidibus Medium, che ci permette di produrre in casa la nostra farina.
Anche in questa stanza non potevano mancare gli accessori in legno, alcuni dei quali costruiti da Leonardo, come il porta-rotoli marchiato con le nostre iniziali.
Avendo scelto una cucina dai toni neutri (bianco, nero, legno, acciaio), abbiamo voluto dare delle macchie di colore qua e là e ci siamo basati sul rosso, con accessori che hanno trovato posto in cucina grazie a una mensola che ci permette di sfruttare meglio l’altezza ridotta della mansarda.
Angoli, piano e lavandino
Per gli angoli, abbiamo preferito, al vecchio carrello girevole, i ripiani estraibili; possono essere riempiti un po’ meno, ma tutto è facilmente raggiungibile.
Per il piano, che inizialmente immaginavamo chiaro, abbiamo voluto spezzare con il quarzo nero. La sua profondità è superiore agli standard: questo ci permette di avere un piano di lavoro più ampio dove operare con un’altezza disponibile maggiore.
In continuità con il piano, il lavello è nero e costituito da un’unica grande vasca. Dietro, un gioiellino molto funzionale che avevo progettato nella mia testa e che poi ho scoperto esistere nella realtà come “canale attrezzato“, composto dai moduli scolapiatti, scolabicchieri e portabottiglie; quest’ultimo, adeguatamente bucherellato da Leonardo, è diventato uno scolaposate. Nella valutazione degli optional, Carmine è rimasto stupito di questa scelta, ma io ero talmente convinta da ribadire che <<ci sono donne disposte a spendere quella cifra per una borsa, io voglio il canale attrezzato>>: e così da quel momento è diventato “la mia Louis Vuitton”.
Ho poi trovato un erogatore con porta-spugne che, oltre ad essere pratico, è elegante e si inserisce esteticamente bene a differenza di molti “plasticoni”.
Pare che gli scolapiatti non vadano più, dal momento che la gente cucina meno e usa sempre più la lavastoviglie, ma noi abbiamo trovato necessario averne un altro, appeso alla barra: è un vecchio modello Ikea, che Leonardo ha modificato aggiungendo una base inclinata e forata che scola direttamente nel lavandino. Non essendo amanti delle fughe, anziché piastrellare il muro abbiamo inserito un paraschizzi in vetro dietro il lavandino; attenzione al fatto che sia temperato: il nostro primo tentativo non lo era e, avvitandolo, si è spezzato.
Il piano di lavoro principale
Gli accessori sul piano di lavoro principale includono il ceppo porta-coltelli a forma di cuore e il set olio-aceto Colombina di Alessi.
È in questa zona che si concentra la nostra attività culinaria e il grande tagliere in legno realizzato da Leonardo rimane sempre sul piano proprio perché continuamente utilizzato.
Una mensola a metà parete è stata l’idea per sfruttare meglio lo spazio laddove non era possibile inserire pensili: una serie di barattoli a vista, collocati su due livelli e corredati di etichette nere, conferisce ordine e praticità evitando tutta una serie di sacchetti aperti nei cassetti.
La zona degli elettrodomestici
C’è un altro oggetto che Leonardo ha realizzato col legno e marchiato con le nostre iniziali: il leggio su cui perfeziona le ricette dei suoi impasti di pizza e pane.
Sul lato destro del piano sono riposti gli elettrodomestici di media dimensione che ci è più utile avere a portata di mano.
Un aspetto che mi piace del design di questa cucina è l’uniformità delle antine, che nascondono mobili di tipo diverso: cassettoni, ripiani estraibili, carrelli, cassetti; all’interno di ognuno, ho cercato di tenere ordine con l’ausilio di organizer e divisori.
La parete attrezzata
Sul lato destro, abbiamo allestito una parete attrezzata con dei pensili e una colonna che ci permettono di riporre molte cose, grazie anche ai ripiani pensati su misura (i montatori si sono stupiti delle altezze ridotte, ma è un buon modo per non avere roba accatastata e non sprecare spazio).
Nell’alternarsi pieno-vuoto, fanno mostra di sé elementi moderni e vivaci come le teiere, ed elementi rustici come il tagliere in legno realizzato da Leonardo.
Abbiamo la fortuna di avere due camini in casa: quello della cucina lo usiamo ogni tanto per arrostire.
La cucina vista dalla penisola
La vera differenza nella struttura della cucina vecchia rispetto alla nuova sta nell’introduzione della penisola, che desideravo da tanto.
Più di recente, poi, ho cominciato ad anelare al piano a induzione. Ottenerlo non è stato semplice, visto che la scarsa accuratezza dei corrieri ce lo fatto pervenire rotto per ben due volte; in più, abbiamo dovuto cambiare il contatore elettrico. Ma adesso che lo stiamo utilizzando, non potrei più farne a meno: permette di andare in temperatura molto velocemente, si pulisce con facilità ed è esteticamente elegante e discreto; il modello da noi scelto era l’unico a garantire sei piastre, molto utili per appassionati di cucina come noi.
Il bellissimo tagliere in legno di ulivo proviene dall’Umbria e con questo nuovo grande piano è finalmente valorizzato.
Il tavolo è stato realizzato in rovere da Leonardo secondo l’idea che avevo in testa da tempo ed è un elemento di grande impatto entrando in cucina.
Su di esso abbiamo posto quattro bulbi a vista che scendono dalle travi e che danno molta luce insieme ai faretti posti sopra il piano di lavoro.
Le sedie ci sono state suggerite da mio fratello e io me ne sono subito innamorata. Rispetto a delle classiche sedie in legno, c’è da segnalare che, essendo di polipropilene bianco, vanno pulite spesso e attirano elettrostaticamente i capelli; con la loro forma a guscio poi, non possono essere ribaltate sul tavolo quando si pulisce il pavimento né possono essere l’appoggio per le sedute rialzate dei bimbi. Nonostante ciò, io le trovo comode e belle. Questo modello si trova in commercio con prezzi molto diversi: noi abbiamo voluto spingerci fin dove ci sembrava di pagare la qualità e non la marca.
Abbiamo sfruttato la nicchia presente per inserire un mobile, disegnato da me e realizzato da Leonardo, costituito da: una vetrina per i bicchieri; dei ripiani per i libri di cucina; uno stipo chiuso (con le ante ordinate uguali al resto della cucina) per riporre le farine e i cereali di cui Leonardo fa scorta per i suoi prodotti da forno.
Sotto la nicchia, Leonardo aveva già realizzato una cantinetta per i vini rifinita con un arco di mattoni a vista.
Due elementi decorativi a me cari sono il trittico che Leonardo ha dipinto in occasione di un anniversario e che ha dei colori perfetti per questa cucina; e il sole in vimini che abbiamo commissionato al nonno e che lui ha realizzato con la base di un panaru.
La cucina è la stanza della casa che è più difficile mantenere pulita e in ordine, perché la più piena e la più vissuta; da quando è disegnata e organizzata secondo i gusti e le esigenze della coppia, ogni cosa ha trovato la sua collocazione e la stanza è decisamente più vivibile.
Galleria di foto dei lavori in corso:



