La cerimonia

Rito religioso o rito civile?

Per me e Leonardo la scelta del rito non è stata scontata.

In un piccolo paese della Calabria come il mio, sposarsi con rito civile non è quasi concepito. Nella famiglia di Leonardo, costituita principalmente di atei e agnostici, è il rito religioso a non essere sentito.

Tenuto conto di queste nostre radici, abbiamo ragionato sulle rispettive esigenze e abbiamo concordato il rito religioso senza celebrazione della Messa

Io ero credente non praticante, Leonardo agnostico (e lo sono sempre di più pure io… infatti se tornassi indietro probabilmente farei scelte diverse). Ci siamo incontrati nel nostro essere laici che condividono valori cristiani.

Il parroco della Diocesi di Novara cui ci siamo affidati per il corso fidanzati, don Natale Allegra, è stato molto aperto: ci ha consigliato e supportato nella scelta tenendo conto del nostro percorso e senza diktat, e ha comunicato le sue raccomandazioni al parroco celebrante di Spilinga, don Giacomo Petracca.

Ha anche derogato alla necessità di passare dalla Comunione e dalla Cresima per Leonardo, che sarebbero state formalità imposte dalle circostanze e non sentite; con il Battesimo egli faceva già parte della comunità cristiano-cattolica e pertanto poteva ricevere il Sacramento del Matrimonio.

Location della cerimonia

Abbiamo deciso di sposarci in Calabria: un po’ perché sarebbe stato più difficile far muovere i miei parenti da Sud a Nord che non il contrario; un po’ perché ci affascinava l’idea di sposarci in una location di mare condividendo la nostra seconda casa con persone che difficilmente saremmo riusciti a portare lì in altre situazioni; e un po’ perché la tradizione vuole che ci si sposi al paese d’origine della ragazza.

In realtà non abbiamo scelto proprio la chiesa di San Giovanni, mio paese natio, ma il Santuario della Madonna delle Fonti a Spilinga, immerso nel verde.

Anche su questo aspetto, col senno di poi, farei scelte diverse: darei meno importanza alle tradizioni, privilegerei la presenza degli amici al parentado e celebrerei nell’ambiente del nostro presente anziché nella terra del mio passato. Devo ammettere comunque che il Santuario è un luogo molto suggestivo, che ha dato alla nostra cerimonia un contesto piacevole sia per i fedeli che per i non fedeli.

Secondo la leggenda, la Madonna apparve a una vecchia contadina chiedendole di cercare la sua statua, la donna ignorò il sogno e la Madonna le apparve nuovamente chiedendole di cercarla e far innalzare un Santuario nel luogo del ritrovamento. Il giorno dopo la donna vide la statua della Madonna mentre si recava a lavare i panni alla fontana e nei dintorni trovò anche la grotta che le era apparsa nella visione. Il Simulacro infatti, narra la tradizione, fu portato in paese e ospitato nella chiesa parrocchiale, ma l’indomani fu ritrovato di nuovo vicino al corso d’acqua. La gente del luogo decise, quindi, di costruire proprio in quel posto una cappella dedicandola alla Madonna della Fontana. La grotta, che era già un’antico romito, oggi è adibita a santuario, circondata da sorgenti d’acqua, meta continua di pellegrinaggi, soprattutto a maggio, mese in cui si festeggia la Madonna.

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